Sistema dell’arte contemporanea: le professioni

Ciclo di talk a cura di Ambra Stazzone e Lorenzo Madaro
sulle trasformazioni radicali che sta vivendo il sistema dell’arte in questo periodo.

Il ciclo di talk proporrà periodicamente sulla piattaforma Teams e sul canale YouTube agli studenti di Accademie e Università, in primo luogo, ma naturalmente anche a tutti gli interessati, confronti, dialoghi ed esperienze di alcuni tra i più attivi protagonisti del mondo dell’arte contemporanea in Italia.

Giovedì 20 maggio la protagonista dell’incontro dell’Accademia di Belle Arti di Catania sarà Nicoletta Mongini, responsabile cultura della Fondazione Monte Verità, parlerà della storia e delle attività che si svolgono oggi sul Monte Verità.

Tornano, dopo quelli con Iacopo Ceni, Laura Cherubini e Bettina della Casa, gli appuntamenti con il ciclo di incontri sull’ “Arte precaria” al tempo del Covid, curati per l’Accademia di Belle Arti di Catania da Ambra Stazzone e Lorenzo Madaro, entrambi docenti di Storia dell’Arte contemporanea dell’Aba.

Talk #6 Nicoletta Mongini Fondazione Monte Verità— Svizzera

Nei primi anni del Novecento il Monte Monescia, situato in Svizzera sopra Ascona, divenne un luogo di attrazione per una moltitudine di artisti, di liberi pensatori, di utopisti, per lo più mitteleuropei, che lo rinominarono “Monte Verità” e fuggendo dal “Nord”, industrializzato e capitalista, sperimentarono “al Sud” un modo di vivere alternativo.

Così seguendo i principi della Lebensreform (Riforma della vita), il movimento salutista e pacifista tedesco, nacque e si sviluppò una comunità vegetariana, dove si viveva in armonia con la natura, si lavorava la terra e si abitava in casette di legno, prendendo i bagni di sole e sognando un mondo pacifista e anticonformista: mentre in tutta Europa si soccombeva alla guerra e a Zurigo si sviluppava Dada, qui si sperimentava nella realtà il tanto predicato radicalismo del movimento, anticipando istanze che saranno proprie dei movimenti del ’68 e del ’77.

La storia del Monte Verità è una storia di nomi illustri: i fondatori Henri Oedenkoven, la pianista Ida Hofmann, l’artista Gusto Gräser e il fratello Karl Gräser; i frequentatori del “primo periodo”, legato ai pionieri e al Sanatorio: Hermann Hesse, il coreografo Rudolf von Laban, le danzatrici Mary Wigman e Isadora Duncan, gli artisti Hugo Ball, Hans Arp, Marianne von Werefkin, Alexej von Jawlensky, i frequentatori del “secondo periodo”, al : gli ospiti illustri degli alberghi, gli artisti del Bauhaus – Gropius, Albers, Bayer, Breuer, Feiniger, Schlemmer, Schawinksy, Moholy-Nagy – attirati dall’albergo razionalista progettato da Emil Fahrenkamp, l’architetto tedesco ingaggiato dal Barone Eduard von der Heydt, banchiere e collezionista, che nel 1926 aveva acquistato il Monte e le costruzioni site su di esso, ovvero le case in legno dei fondatori e l’albergo Semiramis.

Il complesso museale di Monte Verità oggi comprende il Museo di Casa Anatta; il Padiglione Elisarion, che ospita il dipinto circolare “Il Chiaro mondo dei beati” di Elisàr von Kupffer; Casa Selma e Casa dei russi, le abitazioni dei fondatori della comunità.

La collezione del Museo di Casa Anatta è frutto del lavoro di riscoperta, di studio e di ricerca di materiali condotto per anni da Harald Szeemann e che portò nel 1978 alla realizzazione di una mostra andata in tournée in varie città europee.

Tra gli eventi ospitati quest’anno a Monte Verità l’inaugurazione, dopo anni di restauro, del Padiglione Elisarion; la 4° edizione di “Giardini in Arte”, collettiva realizzata annualmente a seguito di una residenza estiva dedicata a giovani artisti internazionali; la realizzazione, in collaborazione con il Museo di Ascona, di una nuova versione del “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto che, costruita con le pietre del Monte, rimarrà poi in permanenza su Monte Verità; un omaggio a Joseph Beuys nel centenario dalla sua nascita; incontri dedicati alle figure femminili protagoniste di Casa Anatta, la Baronessa Saint Léger, Olga Fröbe Kapteyn e Charlotte Bara; una settimana di performance realizzate da artisti internazionali invitati dal Cabaret Voltaire che, per un fine settimana, abbandonerà Zurigo per “trasferirsi” ad Ascona, così come accadeva all’inizio del secolo scorso.


Progetto grafico Isabella Gliozzo