Teoria e storia dei beni culturali

Syllabus

—Obiettivi formativi
Il corso intende inserirsi nell’ambito di una teoria e di una storia dei beni culturali orientata alla fruizione secondo il tema del vedere e quindi del mostrare.

La museologia nella storia del collezionismo si sviluppa negli ambiti disciplinari della storia dell’arte e della storia della scienza. Se, da un lato, tali ambiti focalizzano la propria attenzione sui manufatti artistici e sui reperti di storia naturale, sui contenuti, cioè le collezioni, che rimangono dunque al centro dei loro interessi, dall’altro, tale conoscenza trova una propria organizzazione in uno spazio tridimensionale, in un’architettura del sapere, indagando il contenitore, le modalità espositive e l’edificio progettato o adattato per ospitare tali contenuti al fine di renderne alla vista gli aspetti culturali in quanto a fondamento di ogni collezione vi è l’intento conoscitivo.

In particolare, il corso intende fornire i principi, i metodi, gli strumenti e le diverse forme di progettazione di quella particolare relazione tra il pubblico e gli oggetti, che formano il patrimonio culturale, negli spazi e nelle forme dell’esporre tra la cultura del collezionismo e i caratteri architettonici degli spazi predisposti ad assolvere la funzione di esposizione e rappresentazione delle raccolte, nella ricerca di una genealogia tradizionale del museo a partire dalle forme più primitive che negano e limitano l’accessibilità allo sguardo pubblico sino alle più mature forme ottocentesche e agli etimi del museo razionalista, passando attraverso l’invenzione di forme del mostrare nella civiltà classica sino a quelle medievali, rinascimentali e barocche.

Una storia di differenti tipologie del mostrare vengono assunte come modelli i cui caratteri di permanenza, nel loro utilizzo, offrono la possibilità di poter leggere, pur nelle plurimorfe manifestazioni, il filo di continuità di una costante invarianza storica di trasmissione di forme per una possibile arte dell’esporre, secondo codici e pratiche applicate a quei particolari luoghi della conoscenza e del sapere che porteranno alla creazione del museo pubblico. Un filo di continuità ed una logica comune nell’organizzazione fisica degli ambienti espositivi che unisce le esperienze che, nei differenti periodi, contesti culturali e condizioni operative, hanno contribuito a definire una dimensione architettonica dell’arte dell’esporre in paradigmi (tipologici, formali, estetici e tecnici) che di questa costruzione intellettuale e materiale sono considerati ricorrenti e confrontabili.

Mantenendo costantemente presente il complementare e funzionale rapporto con aspetti di natura museologica (alle finalità e al ruolo sociale dell’attività espositiva in funzione di un ordinamento che segue la cultura e il gusto di un’epoca e che determina il ruolo che deve essere assegnato alla modalità della fruizione nella scelta del percorso di visita e nella selezione e accostamento delle opere) nelle lezioni si cercherà piuttosto di porre particolare attenzione al modo in cui il contenitore si è via via adattato a modellare le sue forme attorno al contenuto al fine di sottolineare la fondamentale importanza dell’architettura nel contribuire, attraverso le differenti modalità di presentazione nella traduzione-interpretazione volumetrico-spaziale, a costruire la comunicazione del senso e dell’identità di una collezione nell’atto in cui deve essere posta allo sguardo ad un pubblico più o meno vasto e diversificato. Inoltre, a partire dal periodo ottocentesco, durante l’esame dei vari casi, saranno poste in evidenza i rapporti che intrattiene il nuovo museo, sia sotto il profilo simbolico che strategico, quando diviene elemento attorno a cui ruota l’immagine culturale della città e il suo sviluppo urbanistico.

—Modalità di svolgimento dell’insegnamento
Lezioni frontali in aula come da Palinsesto

—Esercitazioni e revisioni
Non sono previste esercitazioni intermedie.

—Elaborato finale
Non sono previsti elaborati finali

—Modalità esame
Esame orale sui contenuti illustrati a lezione, sui testi di riferimento obbligatori e sugli estratti forniti dalla docenza. Si precisa che i testi e gli estratti sono da considerarsi meramente indicativi dal momento che i vari contenuti saranno oggetto di approfondimento durante le lezioni e, quanto elaborato durante le stesse, sarà argomento d’esame. Nel solco tracciato dagli obiettivi e di ciò che vuole essere il corso, la lezione è momento di riflessione critica e dunque, indispensabile strumento per chiarire i vari temi trattati e le modalità con le quali interpretare i testi. Oltre alla conoscenza dei concetti di base sarà oggetto di valutazione la capacità e la competenza critica nell’uso di una corretta proprietà linguistica nonché la ricchezza e l’originalità nell’argomentazione.

—Prerequisiti richiesti
Conoscenza dei contenuti e dei concetti acquisiti nei corsi triennali di Beni culturali e ambientali e di Museologia.

—Frequenza lezioni
La frequenza è obbligatoria, non inferiore all’80% della totalità della didattica frontale come previsto da palinsesto, con esclusione dello studio individuale come da Art.10 del DPR n. 212 del 8 luglio 2005.

Tutti coloro che dovessero avere problemi di natura lavorativa o di salute dovranno tempestivamente contattare il docente. I casi difformi non saranno presi in considerazione e le relative assenze saranno computate.

—Contenuti e programmazione del corso

Nell’indagare i rapporti tra oggetto e soggetto che usufruisce il significato di quanto esposto il corso sarà articolato in due parti.

Se la prima parte avrà lo scopo di raccogliere un possibile repertorio delle forme tipologico-archetipali di ciò che sarà il museo; la seconda parte, sulla base di quanto si è potuto apprendere nella prima parte, sarà indirizzata a cogliere la presenza di tali modelli archetipici e il loro pluriforme sviluppo in ciò che saranno le realtà museali più mature sul piano architettonico ed urbanistico.

Pertanto

  • una prima parte verrà dedicata alla conoscenza degli archetipi museografici nelle prime forme apprezzabili dell’idea di museo sulla base del concetto di musealità. Essi rappresentano le radici di una antropologia della musealità come fondamentale fucina di creazione di forme tipologico-archetipali, collezionistiche ed espositive, della comunicazione museale ancora oggi in uso nel legame mai reciso e costantemente rinnovato tra i musei moderni e contemporanei e tali archetipi pluritematici antichi: dalle forme più primitive (la tomba: il collezionismo come fondamento antropologico della musealità) al tempio (dal luogo di tesaurizzazione al luogo di sacralizzazione) a quelle del teatro e della biblioteca come ineludibili dispositivi classici della memoria che attraversano quelle peculiari ed eterne forme espresse dalla civiltà greca e poi dalla civiltà romana sino alle forme che evocano altre immagini legate alla prima memoria di museo, da quelle più ampie territoriali e urbanistiche dei pellegrinaggi medievali a quelle nell’ambito più privato ed intimistico dell’abitazione che, come macchine mnemotecniche, mantengono alta la forza della rievocazione di una memoria culturale innanzitutto collettiva e poi privata ed infine al ruolo della casa negli etimi delle tipologie protomuseali rinascimentali per le quali il nascente collezionismo è pensato per la residenza privata e per essa realizzato in molteplici tipologie di spazi e architetture del sapere con funzione museografica;
  • Anche se antica è l’arte di costruire spazi per il collezionismo e l’esposizione,nella seconda parte del programma si evidenzia comel’edificazione del museo nell’ambito delle pratiche progettuali è un fatto recente anche se a partire da una organizzazione tipologica che si definisce sulle combinazioni ottenute dagli archetipi museografici. Pertanto, sulla base di ciò, il programma sarà indirizzato alla conoscenza della nascita e sviluppo del museo neoclassico, dalle sue prime forme, espresse nel periodo settecentesco nell’idea di museo elaborato dall’illuminismo attraverso i concorsi e l’inizio della riflessione sulla tipologia architettonica, alle forme più mature espresse nel periodo ottocentesco sino alla nascita e sviluppo del museo razionalista.

—Testi di riferimento obbligatori
(prima di eventuali acquisti si consiglia di consultare il docente).

  • A. Criconia, L’architettura dei musei, Carocci editore 2011 (pp. da 9 a 56)
  • L. Basso Peressut (a cura di), Stanze della meraviglia: i musei della natura tra storia e progetto, Clueb 1997
  • W. Liebenwein, Studiolo. Storia e tipologia di uno spazio culturale, Franco Cosimo Panini editore 2005 (ed. agg.)
  • W. Prinz, Galleria. Storia e tipologia di uno spazio architettonico, Franco Cosimo Panini editore 2006

—Altro materiale didattico
Estratti forniti dalla docenza dai seguenti testi:

  • L. Basso Peressut, L’architettura e il museo in Musei, architetture 1990-2000, Federico Motta editore 1999 (pp. da 9 a 27)
  • L. Basso Peressut, F. Premoli, Architettura, tipo e contesto nel progetto del museo in L. Basso Peressut (a cura di) I luoghi del museo. Tipo e forma fra tradizione e innovazione, Editori Riuniti 1985
  • N. Pevsner, I musei in Storia e caratteri degli edifici, Palombi Editori 1986
  • M.C. Ruggieri Tricoli, M.D. Vacirca, L’idea di museo, Edizioni Lybra Immagine (pp. da 9 a 70)
  • M. Ferretti, La forma del museo in A. Emiliani (a cura di), Capire l’Italia, i musei, TCI 1980

Ulteriore materiale didattico sarà fornito dal docente durante le lezioni.

—Strumenti per studenti con disabilità e/o DSA
Gli studenti con disabilità e/o DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) sono supportati da professori e da tutor didattici (se assegnati) attraverso la consulenza con il CInAP (Centro per l’integrazione Attiva e Partecipata). Gli studenti possono, mediante PEO (e-mail istituzionale) o eventualmente anche attraverso i tutor, chiedere al professore del corso un colloquio in modo da concordare obiettivi didattici ed eventuali strumenti compensativi e/o dispensativi, in base alle specifiche esigenze. Tale colloquio sarebbe opportuno che avvenisse prima dell’avvio delle lezioni e comunque non oltre la prima settimana di corso.
Per rivolgersi direttamente al CInAP è possibile utilizzare la mail istituzionale cinap@abacatania.it

Nota di trasparenza
Il seguente Syllabus è l’unico documento a cui gli studenti possono fare riferimento per la fruizione e il conseguimento della disciplina nell’a.a. in oggetto, non saranno pubblicati ne presi in considerazione altri programmi didattici. Le informazioni inserite nel presente documento, con particolare attenzione alle caratteristiche delle esercitazioni intermedie, degli elaborati finali e dei testi di riferimento obbligatori, non potranno essere modificate dopo l’avvio della disciplina in oggetto. Tutto ciò che non è specificatamente descritto in questo Syllabus e/o effettivamente svolto a lezione non potrà essere chiesto in fase di esame.